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Hukapan
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1.
Gattini 00:33
2.
John Holmes 03:54
Quand'ero piccolo tutti mi scherzavano per le dimensioni del mio pene, ed io non stavo bene. Soffrivo le pene per colpa del pene, ma più il problema non si pone: sì, perché il pene mi dà il pane, son diventato un grande attore e, benché schiavo dell'amore, mi son comprato una moto. E ora son schiavo della moto, non faccio più moto, infatti vado solo in moto ma ora son diventato un mito: ho rilanciato il film muto perché sono muto, e se vedrete il filmato sicuramente converrete con noi che questa è verità. John Holmes, una vita per il cinema, John Holmes, una vita per la moto. John Holmes, una vita per il cinema, John Holmes, una vita per la moto. Trenta centimetri di dimensione artistica. Su di ciò la critica è concorde - oooh! ah, it's so big - nel ritenermi sudicio. Perché non hanno capito, non parlo perché son rapito, e poi in faccia non son mai inquadrato, però dal pubblico son venerato, e ora sono diventato un mito. Ho rilanciato il film muto perché sono muto, e se fossi stato ceco avrei lanciato il film ceco, e se fossi stato m avrei lanciato il filmm. Dicon che faccio film penosi perché lavoro col pene. E insomma il pene mi dà il pane, il pene mi dà sì la moto, ma la moto non dà pene perché funziona bene. Sì sì, la moto non dà pene perché funziona bene. John Holmes, una vita per il cinema, John Holmes, una vita per la moto. John Holmes, una vita per il cinema, John Holmes, una vita per la moto.
3.
Il tema della maternità è stato sviscerato, discusso e analizzato di già. Ma un suo risvolto vi stupirà; di me che son reietto è il tema prediletto: il tema del cassonetto. Non sono come gli altri bimbi che son frutto dell'amore. Io sono sfortunato, sono frutto del peccato e vivo nel cassonetto. I frutti veri e propri si trovan nel frutteto, i frutti di mare si trovano nel mare; i frutti del peccato si trovano nel mare e nel frutteto, dentro al fiume e nel laghetto, nella siepe sotto casa o più probabilmente in un sacchetto nel cassonetto. Donne atletiche, donne che si allenano scagliando il feto nel cassonetto dell'amor. Non dite che non vi era stato detto che il passo è molto breve dal casso al cassonetto. Ma mettetevi nei panni di chi il cassonetto pulisce, mi trova e non capisce il perché di tanta inciviltà; poi scende in piazza e sciopera e la colpa è anche un po' tua, se non ti batti per un mondo migliore in cui una madre sappia dove gettare il bebè. Che già lo fan per la carta, le bottiglie le pile, siamo gente civile e allora dite perché per i neonati non c'è, perché, non c'è, dov'è il cassonetto differenziato per il frutto del peccato? Cassonetto differenziato per il frutto del peccato, cassonetto differenziato per il frutto del peccato, cassonetto differenziato per il frutto del peccato, cassonetto differenziato per il frutto del peccato, cassonetto differenziato, cassonetto differenziato. Lo spazzino è più sereno e poi s'impressiona meno. Lo spazzino è più faceto perché sa che trova il feto nel cassonetto. I frutti veri e propri si trovan nel frutteto, i frutti di mare si trovano nel mare; i frutti del peccato si trovano nel mare e nel frutteto, dentro al fiume e nel laghetto, nella siepe sotto casa o più probabilmente in un sacchetto nel cassonetto. Nel cassonetto. Nel cassonetto. Nel cassonetto. Nel cassonetto. Nel cassonetto. Nel Bolivecic. Cassonetto differenziato per il frutto del peccato, cassonetto differenziato per il frutto del peccato, cassonetto differénziato per il frutto del péccato, cassònetto diffèrenziato per il frutto del peccassonètto differenziato, cassonetto differenziato. Cassonetto differenziato, cassonetto differenziato. Uhei, my mam.
4.
Nella vecchia azienda agricola, icola, icola ò. Quante bestie ha lo zio Cesco, esco esco esco esco ciao. Ha i pidocchi, occhi, pid pid pid. Quante bestie ha lo zio Cesco tutte su di sé. C'è la capra, capra espiatoria, c'è il gomito, gomito del tennista; e il tennista sconsolato non può più giocar. Nella vecchia cooperativa, I.V.A. al 2%. Quante bestie ha lo zio Bruno, uno uno uno, lui che è un orso. Poi c'è il ragno, ragno, rrrrragno, c'e la cozza tattu piane di sbarro, c'è il pesce pilota sul pesce volante, c'è il pesce frizione sul pesce capelli. Ma che bella autovettura, icola icola ura. Ma che bella fattoria, piena di umorismo. La fattoria, ha ha ha ha ha.
5.
Pork e Cindy 05:00
Rochenrol pam pam gapstei abuda. A u. Rochenrol pam pam gapstei abuda. Ladies and gentlemen please welcome Elio, the king of the fave of the fuke. Lui si chiama Pork e guida una Ford gialla del '56, con i Turbo ai finestrini placidi e le tendine parasole sul lunotto posteriore, e ogni sera lui tornerà da lei. Lei, oh yes, si chiama Cindy e incassa tanti dindi, e Pork lo sa perciò la sfrutta placido. Le dice: "Vai sulla tua strada, Cindy, vai sulla tua strada. Cindy vai, e Cindy vai vai. Vai-v-vai v-vai v-vai-vai, - Cindy vai vai - vai-v-va-vai v-vai v-vai. Ma non prendermi la Ford - no no no - perché ha le ruote in lega e l'albero a basso momento di inerzia, e ho paura - paura - che me la rovinerai, che me la rovineraieaou!". Lui si chiama Pork e al suono della sveglia si alza controvoglia, si lava i denti, fa colazione placido, poi prende la sua Ford, esce dal garage, saluta la sua Cindy, le requisisce i dindi; lei è un pò debilitata perché ha la figa spanata. Assolo di batteria come Moby Dick dei Seppelin Vai vai vai vo vai vo vai vo vai vvo vai vo vai vi vo vaiv. Nai-n-nai n-nai-n-nai-n-nai-n-nai n-na-nai n-nai n-naii. Rochenrol pam pam gapstei abuda A u.
6.
Nel boschetto della mia fantasia c'è un fottio di animaletti un po' matti inventati da me, che mi fanno ridere quando sono triste, mi fanno ridere quando sono felice, mi fanno ridere quando sono medio; in pratica mi fanno ridere sempre, quel fottio di animaletti inventati da me. C'è il vitello con i piedi di balsa, il vitello con i piedi di spugna e indovina chi c'è? C'è pure il vitello coi piedi di cobalto, c'è il vitello coi piedi tonnati, quattro ne ho inventati, sono gli animali della mia e della tua fantasia. Ma un giorno il vitello dai piedi di balsa si recò dal vitello coi piedi di cobalto. Gli disse: "C'è il vitello coi piedi tonnati che parla molto male di te: sostiene che i tuoi piedi non sono di vero cobalto, ma sono in effetti quattro piedi di pane ricoperti da un sottile strato di cobalto". "Mio caro vitello dai piedi di balsa, la tua storia è falsa! L'amico vitello dai piedi di spugna mi ha svelato la verità: egli ha nascosto una microspia nei tuoi piedi di balsa e nei piedi tonnati, così ha scoperto che tu, solo tu, sempre tu, anche tu, nient'altro che tu, proprio tu Sei il vitello dai piedi di balsa, l'inventore di una storia falsa. Accusavi il vitello dai piedi tonnati e per questo i tuoi piedi saranno asportati!". Ma la legge prevede una pena aggiuntiva, per questo reato: l'ascolto forzato di... "Pulun vage sudu raula digay..." "MUUUUUU!" Nel boschetto della mia fantasia ora c'è un vitello senza più i piedi che invoca pietà, quand'ecco che un piccolo amico si avvicina: "Mi presento, son l'orsetto ricchione e come avrai intuito adesso ti inculo".
7.
Amico orsacchiotto, ti vedo barzotto e sento uno spinotto. - Non avere paura mai - Se questa avventura da un lato mi attira, dall'altro mi spaventa un pò. - Del tuo giovane corpo - Ma questa in fondo è la vita mia - Bovino - e io vivo con gioia - Corpo nato per l'amore - questa mia condizione di vitello busone perché ho capito che io, solo io, sempre io, anche io, nient'altro che io, proprio io Ero il vitello dai piedi di balsa inventore di una storia falsa, ma tu mi hai trasformato in vitello busone, e quel buso marone che bello sapere che c'è. Il vitello dai piedi di balsa, ba ba ba ba ba ba ba ba balsa, il vitello dai piedi di balsa ha composto una canzone salsa.
8.
Ragazza che limoni sola, denoti spigliatezza. Tant'é che c'è chi invidioso ti sussurra così: "Bea mona!" (che in veneziano vuol dire che se te guanto te scaveso in quatro tochi che se no ti me la cali (= se non me la dai) che no ti capissi un casso etc...) Vai, Riccardo! Il ragazzo spigliato col borsello che tal può definirsi, lui lo sa che il borsello contiene quel bisogno d'amore che hai tu, ragazzina spigliata che limoni da sola. C'è un amore in ogni borsello. Se il tuo è proprio in quello che sfoggia lui raggiungi il Parco Capello col Tuttocittà: lì trovi un drappello di uomini col borsello, ma lui reggerà un cartello con scritto: "SONGHE IE". Ragazza che limoni sola, fermati un momento e ascolta. Ti ricordi quel ragazzo, ieri al Parco Capello, che ti guardava negli occhi senza parlare? Quel ragazzo songhe ie! Ragazza che limoni sola, limona con fierezza. Sento che tu, dio bonino, puoi fare breccia nel cuore di un innamorato con gli occhi di Ben Turpin: lui per te ha progettato un borsello di vero budello. Frena quel tuo mulinello. Yes. Ragazzina, io ti vedo già donna: sarà l'effetto del budello. C'è un amore in ogni borsello. Se il tuo è proprio in quello che sfoggia lui, ritorna al Parco Capello, lo troverai là. Ma in quel capannello di uomini col borsello lui solo lo avrà in budello e gli altri in finto bue. In finto bue, in finto bue, in finto finto finto finto finto bue. O ti fia menitea da soa, faghe veder tuti che ti se sgagioa; so al Parco Capeo, so sempre a tracoa, el me ripien te fa goa; versime co a ciave che ti ga in cuor, fumite un spineo, fame fa l'amor, l'amor sfacià che nisuni te ga dà, sora go un carteo con scrito so el più beo. Ciuke va dee bone parché se un furegon, mi so qua co Elio scavesà e me faso un trombon. Ooooo iiiiii.
9.
Tu, cinque giorni di tristezza e poi corri incontro alla vita. Tu - io? - col tuo paracadute, ti getti in volo e vai - 'zo vuoi? Atterri nel giardino di casa, poi ti muovi sicura e fresca come in un mattino di primavera. Nella tua cameretta c'è un signore che aziona la pressa suoi tuoi piccoli amici di ovatta che invocano aiuto, ma lui te li ruba e va via. Tu piangi e insegui i tuoi morbidi, teneri, fradici tappi per la figa pelosa. E da oggi i tuoi tappi per la figa pelosa li trovi anche in confezione magnum da ottanta pezzi; i suoi bei sigaroni morbidoni. Ma vorrei farti una domanda: ti sei accorta che io sono un ometto? E vorrei fartene un'altra: hai le mestruazioni? Shh. Dormi adesso. È tutto finito. Protagonista del mio tempo, protagonista della mia sessualità. Essere donna oggi, vivere il prodigio del tuo ciclo mensile ostentando sicumera. Essere donna oggi, aspirare al ruolo che la storia ti deve: quello di simpatica, paciosa, imprevedibile nocchiero di un veliero proiettato verso il mare del duemila al grido di "Cazzo, subito!". Hey, I catch you in the way, sing oh hey, shandu hays, uidisais, the faith in the form before you yaps. Essere donna oggi, non più cagafigli, bensì dolce e caparbia cagatrice dei tuoi figli. Come Loretta Goggi nella Freccia Nera, o in Maledetta Primavera mente autonoma. Donna, roccaforte quando il flusso è più copioso, sbarazzina quando è il caso o marangona di un clitoride mai domo, al grido di "Hah ggh ggh aaaa ssiiii!". Ma vorrei farti una domanda: ti sei accorta che io sono un ometto? E vorrei fartene un'altra: hai le mestruazioni? Protagonista del tuo tempo, protagonista della tua sessualità. Protagonista del tuo tempo, protagonista della tua sessualità. Piccole donne, grandi labbra; piccolo uomo grandi labbra apprezzerà. Probabilmente non mi accoppio, ma le tue trombe di Falloppio suonerò. Protagonista del tuo würstel di cotone. Nananananananananananananaaaa.
10.
Parcheggi abusivi, applausi abusivi, villette abusive, abusi sessuali abusivi; tanta voglia di ricominciare abusiva. Appalti truccati, trapianti truccati, motorini truccati che scippano donne truccate; il visagista delle dive è truccatissimo. Papaveri e papi, la donna cannolo, una lacrima sul visto: Italia sì, Italia no. Italia sì, Italia no, Italia bum, la strage impunita. Puoi dir di sì, puoi dir di no, ma questa è la vita. Prepariamoci un caffè, non rechiamoci al caffè: c'è un commando che ci aspetta per assassinarci un po'. Commando sì, commando no, commando omicida. Commando pam, commando papapapapam, ma, se c'è la partita, il commando non ci sta e allo stadio se ne va, sventolando il bandierone non più il sangue scorrerà. Infetto sì? Infetto no? Quintali di plasma. Primario sì, primario dai, AAAAH! Primario fantasma. Io fantasma non sarò, e al tuo plasma dico no; se dimentichi le pinze fischiettando ti dirò: "Fi fi fi fi fi fi fi fi, ti devo una pinza. Fi fi fi fi fi fi fi fi, ce l'ho nella panza". Viva il crogiuolo di pinze, viva il crogiuolo di panze. Eh! Quanti problemi irrisolti, ma un cuore grande così. Italia sì, Italia no, Italia gnamme, se famo du' spaghi. Italia sob, Italia prot, la terra dei cachi. Una pizza in compagnia, una pizza da solo; un totale di due pizze e l'Italia è questa qua. Fufafifi, fufafifi, Italia evviva. Qui cuccuruqui, tututurutui, Italia perfetta, perepepé nainananai. Una pizza in compagnia, una pizza da solo; in totale molto pizzo ma l'Italia non ci sta. Italia sì, Italia no, pipiripipipi. Italia sì: ué, Italia no, cucuquara quapindo. Uò, uè, uì, hei, uoei. Perché la terra dei cachi è la terra dei cachi.
11.
Psichedelia 04:19
Psichedelia, ti fai gli acidi e poi sei in acido. Psichedelia, ti fai le basi e poi sei basico. E quanti bei colori, potere dei fiori, che bello. E chimiche emozioni, mancate erezioni, che bello lo stesso. Psichedelia, tutte le teste ti porti via, tutti i neuroni ti porti via. E quante le sinapsi, le pepsi, la stipsi. I raptus, i cactus, gli adepti. Mi innamoro di un sasso, c'è una bolla verde che mi insegue. Il giaciglio mi inghiotte, forse sono alto 10 metri. Ho i piedi nel Tamigi, sono in grado di volare. Sono un piccione e faccio cru. Ti vivo molto bene, piacere, pianeta Saturno, piacere sono Giove, mi piaccion le macchine nuove. Piacere sono Dio, mi piaccio solo io. Nascosto nello spazio, triangolo con l'occhio. Mi innamoro di un sasso, come un piccione faccio cru.
12.
Il rap non mi va, l'hip hop proprio non mi va. La techno è una merda, ma il rock and roll, il rock and roll sì che mi piace. Non ha mai scontentato nessuno, il rock and roll, il rock and roll. Facile da suonare: rock, rock, rock, rock and roll. Rock and roll. Il jazz, troppi assoli. La fusion è complicata, ma il rock and roll, il rock and roll sì che mi piace. Non ha mai deluso nessuno, il rock and roll. Il rock and roll, facile da suonare: rock, rock, rock, rock and roll. Rock and roll, rock and roll, rock and roll, rock and roll, Non mi va, non ci sto, rock and roll. Io vorrei solo rock and roll! Ma il rock and roll, il rock and roll sì che mi piace. Il rock and roll. Il rock and roll, facile da suonare. Maledetto rock and roll, tu spacchi gli alberghi e orini sul mondo. Rock and roll. Mamma mia, mamma mia, rock and roll. Rock! Rock and roll. Rock and roll. Rock and roll Rock and roll. Rock and roll Rock and roll. Rock and roll Rock and roll. Rock and roll Rock and roll. Rock and roll Rock and roll. Rock and roll Rock and roll. Rock and roll Rock and roll. Rock and roll Rock and roll. Rock and roll Rock and roll. Rock and roll Rock and roll. Rock and roll Rock and roll. Rock and roll Rock and roll. Rock and roll Rock and roll. Rock and roll
13.
Scarpe di merda da donna Che costano milioni all’uomo. E pensare che tutto questo lo hanno deciso I ricchioni. C’è un cartello di ricchioni Che ha deciso che L’anno scorso andava il rosso E quest’anno il blé. Pantaloni a coste Che costavano al mercato euro 23,00 Oggi li trovi alla boutique, Comprati dalle donne ricche. L’han deciso i ricchioni, E io devo accettarlo. La follia della donna Quel bisogno di scarpe Che non vuole sentire ragioni. Cosa sono i milioni Quando in cambio ti danno le scarpe? Non hai mai pensato a un tatuaggetto. La tua amica sfoggia un tatuaggetto. Corri corri a farti un tatuaggetto: D’improvviso hai bisogno di un tatuaggetto Un tatuaggetto, un tatuaggetto. D’un tratto non ti piace più. Cosa fai? Lo togli? Non puoi. Ne fai un altro più grosso. La follia della donna Il disagio mentale Di iniettarsi l’inchiostro con gli aghi. Sciabattando poi vaghi Per le vie della moda in sabot.
14.
Shpalman 03:33
Fra le maschere che un uomo può indossare ricordiamo l'argilla. Fra le maschere che un uomo può indossare, come non citare il bronzo? C'è la maschera di ferro, c'è la maschera di Pippo Ma la maschera di merda te la fa solo Shpalman® Un tamarro dietro l'angolo voleva incularmi la Vespa Un tamarro dietro un altro angolo voleva incularmi la catenina Ma io ho chiamato: Shpalman®! Lui mi ha risposto: Dimmi E io gli detto: Vieni qui che c'è bisogno di te per difendere me Attenti cattivissimi Perché è arrivato Shpalman® che shpalma la merda in faccia Aiuto arriva Shpalman® che tutti shpalmerà Perché è arrivato Shpalman® che shpalma la merda in faccia Aiuto arriva Shpalman® che tutti shpalmerà Non c'è dubbio che Shpalman® sia un amico con le mani in pasta E non credere che a Shpalman® gli puoi dire Tipo, adesso basta Perché si chiama Shpalman® e il nome dice tutto E ad ogni farabutto tinge il viso color maròn, poi lo asciuga col phon Ti rende shpalmatissimo Perché si chiama Shpalman® che shpalma la merda in faccia Aiuto arriva Shpalman® che tutti shpalmerà Eroe dei nostri tempi non temo il faccia a faccia Di merda una focaccia sul volto shpalmami Perché è arrivato Shpalman® che shpalma la merda in faccia Aiuto arriva Shpalman® che tutti shpalmerà Autografi la faccia di tutti i miei nemici E il volto gli incornici con pezzi di pupù Arrivederci Shpalman®, ci mancherai di brutto Ed ogni farabutto shpalmato resterà
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Lalalalero, lalalala! Lalalalero, lalalala! Largo al factotum della città. Largo! LalalalalalalalalaLA! Presto a bottega che l'alba è già. Presto! LalalalalalalalalaLA! Ah, che bel vivere, che bel piacere, che bel piacere. Per un barbiere. Di qualità! Di qualità! Ah, bravo Figaro! Bravo, bravissimo! Bravo! LalalalalalalalalaLA! Fortunatissimo per verità!Bravo! LalalalalalalalalaLA!Fortunatissimo per verità!Fortunatissimo per verità!Lalala! Lalalalalalalalala! Pronto a far tutto, la notte e il giorno sempre d'intorno in giro sta. Miglior cuccagna per un barbiere, vita più nobile, no, non si da. LalalalalalalalalaLA! Rasori e pettini lancette e forbici, al mio comando tutto qui sta. Lancette e forbici rasori e pettini, al mio comando tutto qui sta. V'è la risorsa. Poi del mestiere. Colla donnetta, col cavaliere. Colla donnetta. Lalaralalalera! Col cavaliere. Lalala! Lalalalero! La! La! La! LA! Ah, che bel vivere, che bel piacere, che bel piacere. Per un barbiere. Di qualità! Di qualità! Tutti mi chiedono! Tutti mi vogliono! Donne e ragazzi! Vecchi e fanciulle! Qua la parrucca! Presto la barba! Qua la sanguigna! Presto il biglietto! Tutti mi chiedono! Tutti mi vogliono! Tutti mi chiedono! Tutti mi vogliono! Qua la parrucca! Presto la barba! Presto il biglietto! Ehi! Figaro! Figaro! Figaro! ecc. Ahimè, ahimè, che furia! Ahimè, che folla! Uno alla volta, per carità! Per carità! Per carità! Uno alla volta! Uno alla volta! Uno alla volta, per carità! Figaro! Son qua. Ehi, Figaro! Son qua. Figaro qua, Figaro là, Figaro qua, Figaro là, Figaro su, Figaro giù, Figaro su, Figaro giù, Pronto prontissimo! Son come il fulmine! Sono il factotum della città! Della città! Della città! Della città! Della città! Ah, bravo Figaro! Bravo, bravissimo! Ah, bravo Figaro! Bravo, bravissimo!Fortunatissimo! Fortunatissimo! Fortunatissimo per verità!LALALALALALALALALALALALA! A te fortuna! A te fortuna! A te fortuna non mancherà! Sono il factotum della città! Sono il factotum della città!Della città! Della città! Della città!
16.
Come un ruscello che scorre tra i monti e le valli questa mia vita se ne va quant'è bella la gioventù ma all'improvviso sei vecchissimo Tendenzialmente intrattengo rapporti superficiali e vado a zonzo con la mia faccetta rassicurante così nessuno si accorge che invece sono pieno di menate, menate e tanti altri problemi che non ho mai risolto e forse non risolverò mai. Tendenzialmente non affronto mai taluni argomenti sorrido molto e conquisto quasi tutti i presenti in più nessuno si accorge di quanto sono pieno di menate, menate e tanti altri problemi di cui dovrei parlarvi, dei quali non vi parlerò mai...mai… Vorrei vorrei fare felice la mia nonna una casettina in periferia la mogliettina e il posto fisso in banca Vorrei vorrei chissà se ce la farò mai… Tendenzialmente io frequento soltanto alcuni locali e vado a zonzo indossando occhiali scuri griffati così nessuno si accorge che ho sempre le pupille dilatate, dilatate sarebbe salutare ridurre le pippate ma forse tanto male non fa. Da un po' di tempo sto vedendomi con una ragazza va tutto bene, ma mi ha chiesto quando andiamo in vacanza c'è troppo coinvolgimento sarà che ho un po’ paura dell'amore, dell’amore mi sa che va a finire che adesso ci lasciamo e forse non mi sposerò mai... Vorrei vorrei fare felice la mia nonna una casettina in periferia la mogliettina il posto fisso in banca Vorrei vorrei ma so che non ci riuscirei Potrei potrei Fare una lampada abbronzante Comperarmi una bella Porsche E andare in giro come un bellimbusto Sulla mia Porsche lallallallero lallallà
17.

about

La storia discografica degli Elio e le Storie Tese (d’'ora in poi EelST) è perfetta per il gioco del “se fosse”.

Se fosse un cane sarebbe un cane morto, perché si sa che i cani vivono al massimo una quindicina d’'anni. L'esempio del cane è infelice.

Se fosse una tartaruga sarebbe una tartaruga nel fiore degli anni. Ecco un esempio felice.

Se fosse una persona sarebbe un giovane o una giovane, ripetente un anno al classico e attualmente iscritto/a a psicologia; guiderebbe da quattro anni la macchina elettrica senza targa, e nel 2010 potrebbe votare per il Senato della Repubblica. Avrebbe già sperimentato le droghe sintetiche. Avrebbe già passato il periodo di insofferenza e ribellione verso i genitori, avrebbe già detto loro “Basta!, vi odio, non ho chiesto io di venire al mondo! Non sapete niente di me!”. Ma chi sono i genitori di EelST? Sono state dette e trascritte una quantità di cazzate sull’argomento. Frank Zappa? Solo perché componeva musica variegata? Allora è più papà Claudio Monteverdi, morto anch'egli ma da più tempo, quindi più autorevole. Gli Skiantos? Può essere, ma in quel caso la mamma sarebbe stata una dissoluta che si accompagnava a quattro-cinque persone contemporaneamente e ciò evocherebbe il fantasma del sesso senza amore, concetto del tutto estraneo agli eterni ragazzi di “Italia sì Italia no”. I Brutos? Almeno erano degli elegantoni come gli Elio e le Storie Tese d’'oggigiorno. Sì, i Brutos vanno bene.

Riassumendo: la carriera discografica degli EelST è un giovanotto elegante di vent'anni figlio dei Brutos che non può ancora votare per il Senato.

Insomma non giriamo troppo intorno all’'argomento: sono trascorsi vent’'anni dalla pubblicazione di "Elio Samaga Hukapan Kariyana Turu", il primo album uscito su etichetta Psycho distribuita CBS nell’'anno 1989. Se ci guardiamo indietro non sembrano più di diciannove anni, diciannove e mezzo al massimo; ad alcuni di noi sembra ieri e invece è ieri moltiplicato 7300.

Quale festeggiamento migliore - per il compleanno di un giovanotto ventenne - di una compilazione discografica dal titolo privo di attinenza? Ecco Gattini, il nuovo lavoro del complesso milanese dalla copertina concepita strizzando l'occhio in particolare agli omosessuali effemminati e alle ragazze non ancora drogate, ma in generale a tutti quelli che quando vedono un cucciolo esclamano: “Ooooh, amore!”. Un trionfo di tenerezza, colori pastello, musetti delicati e poesia, da sempre i tratti distintivi della compagine meneghina.

Quale occasione migliore per celebrare, in compagnia di un ensemble sinfonico diretto da Danilo Grassi, i brani-cardine del repertorio EelST riarrangiati per orchestra da Alessandro Nidi?

Quale pretesto più appropriato per ricordare figure umane e professionali del calibro di John Holmes? Quale circostanza più azzeccata per rivivere i fasti del Cassonetto differenziato per il frutto del peccato? E Nubi di ieri sul nostro domani odierno? Cioè il brano meno pagato dalla SIAE ai suoi compositori (noi) perché tutti sui borderò scrivono “Abitudinario”? Vogliamo dimenticarcene? Non potremmo neppure volendo. Se si organizzassero feste danzanti per psicopatici, Gattini sarebbe la colonna sonora ideale: il foxtrot delicato de La vecchia azienda agricola, la ciaccona bovina de Il vitello dai piedi di balsa, il lento da mattonella di Pork e Cindy; tutti brani che non sfiguererebbero nella playlist di un disk-jockey disoccupato ma sicuro del fatto suo. Altre canzoni venute molto bene secondo un sondaggio condotto tra persone deluse dalla vita e non: Uomini col borsello, che ripropone un accessorio della moda maschile sottovalutato anche quando era in voga (votato dal 31% degli intervistati); Essere donna oggi, un delicato affresco dell'’altra metà del cielo, inviso a parte dell’'uditorio femminile nonostante il termine “figa” all’'interno del testo venga utilizzato solo in caso di effettiva necessità espressiva (votato dal 29%). E ancora La terra dei cachi (43%), il secondo brano meno pagato dalla SIAE ai suoi compositori (sempre noi) perché tutti sul borderò scrivono “Italia sì Italia no”; e Psichedelia, l'’equivalente musicale de “Le porte della percezione” di Aldous Huxley, il brano che è stato definito la segale cornuta del pop italiano e che si avvale della partecipazione di uno sfavillante Lucio Dalla a interpretare il difficile ruolo di Dio (12%). A proposito di Lucio Dalla: non è certo il solo fra gli Artisti di spessore chilometrico ad averci onorato della sua presenza in casa Gattini. Vogliamo parlare di un Enrico Ruggeri? E di un Riccardo Fogli? Forse che un Max Pezzali o un Sir Oliver Skardy sono i figli della serva? No che non lo sono. Certo prima di partecipare alle registrazioni si sono assicurati che i loro brani preferiti (a parte quelli nei quali apparivano canoramente) fossero degnamente rappresentati. Ecco il motivo della presenza, nel florilegio di Gattini, di canzoni d’'epoca quali Il rock and roll, una composizione sul tema dei capisaldi della musica giovane per i giovani (frastuono, amore libero, urina); Shpalman, che fa rivivere il mito del supereroe raddrizza-torti già cantato nella saga di Supergiovane; La follia della donna, che sostiene l’'industria calzaturiera con un inno generazionale che ha fatto sognare milioni di compratrici compulsive di scarpe. A concludere le danze (insieme alla rossiniana Largo al factotum tratta dal sempreverde Barbiere di Siviglia) giunge l’'inedita Storia di un bellimbusto, ritratto affettuoso (ma comprensivo di qualche scappellotto) del giovane e meno giovane protagonista delle notti sudaticce e cocaine della movida cittadina.

Dopo tanta musica ecco giungere l’epilogo, la deprivazione sensoriale, il senso di vuoto tipico della fine dei dischi di pregio. Ma è sufficiente premere il tasto repeat per assistere al miracolo della continuità, dell'’allegria sempreverde, della musicalità trionfale miao miao di Gattini. Il disco che restituisce gli Elio e le Storie Tese all’'affetto dei fans che li avevano momentaneamente accantonati per dedicarsi ai Lost e ai Dari ma che oggi, ottobre 2009, si rendono conto che gli EelST valgono almeno tanto quanto.

credits

released October 23, 2009

Arrangiamenti orchestrali: Alessandro Nidi
Direzione d'orchestra: Danilo Grassi
Violino: Michelangelo Mazza, Elena Bassi, Luca Braga, Marco Bronzi, Pierantonio Cazzulani, Veronica Pisani, Francesco Senese
Viola: Francesco Lattuada, Matteo Amadasi, Filippo Milani
Violoncello: Gregorio Buti, Marco Decimo, Marco Dell'acqua, Leonardo Sesenna
Contrabbasso: Giuseppe Ettorre, Demetrio Costantino
Flauto: Marco Zoni
Oboe: Gianni Viero
Clarinetto: Corrado Giuffredi
Fagotto: Davide Fumagalli
Corno: Ugo Favaro
Tromba: Marco Bellini, Andrea Giuffredi, Francesco Tamiati
Trombone: Eugenio Abbiatici, Fabio Costa
Timpani e percussioni: Danilo Grassi

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Elio e le Storie Tese Milan, Italy

Elio e le Storie Tese has been a cult band in the Italian underground music scene for a very long time. Incredibly funny and strongly talented musicians, they recorded 10 studio albums and toured all over Italy for decades, untill 2018, when decided to disband. They’re still running their own label, Hukapan, and trying to launch new artists and release interesting music. ... more

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